LE PIANTE CARNIVORE: SCOPRIAMOLE INSIEME

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PIANTE CARNIVORESCOPRIAMOLE INSIEME

Le Piante Carnivore, dette anche insettivore, fanno parte della famiglia delle erbacee.

Ma da dove deriva la loro più famosa caratteristica, quella, cioè, di nutrirsi soprattutto di insetti, artropodi e,
in alcuni casi, di topi e rane?

Ebbene, questa loro peculiarità è il risultato di un lungo processo di adattamento in ambienti con scarsa presenza di nutrienti, come paludi, rocce, suoli acidi ecc…

Perenni o annuali, prediligono, appunto, terreni acidi e privi di calcio e sostanze nutrienti; le loro radici non sono molto sviluppate, in quanto ciò di cui si alimentano viene utilizzato per lo sviluppo delle parti aeree, fondamentali per la cattura delle prede.

Pur essendo abituate a climi tropicali, esse, con diversi accorgimenti, possono essere coltivate anche in casa.

Innanzitutto, necessitano di molta luce e di un terreno acido e molto umido.

Vanno innaffiate con acqua distillata o piovana e nebulizzate sulle foglie tutti i giorni, proprio per garantire loro     una certa umidità.

Chiaramente, la loro posizione ideale è all’esterno, così da poter catturare in autonomia gli insetti;
altrimenti andranno loro forniti manualmente e quotidianamente.

Il punto debole delle piante carnivore sono gli attacchi di parassiti, virus, funghi.

Pollice Verde Vicenza Le Piante Carnivore: Scopriamole Insieme 1

Possiamo distinguere 5 diversi meccanismi di intrappolamento:

  • Trappole a tagliola. Funzionano proprio come una bocca: le foglie si aprono e si chiudono a scatto quando
    percepiscono l’insetto vicino. Le uniche carnivore a tagliola sono le Dionee.
  • Trappole adesive. Le foglie di queste piante producono una sostanza collosa (prodotta da alcune ghiandole che si possono vedere o meno) che cattura la preda. Un esempio è la Drosera.
  • Trappole ad aspirazione. Come suggerito dal nome stesso, l’insetto viene aspirato dalla carnivora
    e l’unica pianta conosciuta con questo tipo di trappola è l’Utricularia.
  • Trappole ad ascidio. In questo caso, la pianta possiede foglie a forma di imbuto (dove si formano accumuli
    d’acqua), nelle quali l’insetto morirà annegato, attirato prima dai vivaci colori e dal nettare di questo vegetale.
    Le Sarracenie posseggono questa tipologia di trappola.
  • Trappole a nassa. Non visibili in quanto sotterranee e coperte d’acqua, bloccano la preda tramite una fitta e spessa peluria, come nel caso della Genlisea.
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Ad oggi sono note ben 600 specie di piante carnivore, classificate in 12 generi e 5 famiglie.

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